Gradoni Curtefranca DOC, il blend di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot di Villa Franciacorta è la testimonianza prestigiosa di una antica viticultura dedita alla produzione di vini rossi nella provincia bresciana. Una produzione che, come ha sottolineato, Hosam Eldin Abou Eleyoun, Presidente Ais Lombardia, non trova ancora il giusto credito. La famiglia Bianchi Pizziol, invece, da decenni salvaguarda e valorizza, tramite il suo cru, ottenuto da un bel vigneto terrazzato a ridosso del borgo di proprietà a Monticelli Brusati, la “Franciacorta in rosso”. E per il Natale 2019, l’azienda Villa Franciacorta, non poteva farci regalo più gradito, oltre a un pranzo con il tradizionale spiedo bresciano, di una degustazione verticale (alla cieca!) di ben 10 annate del Gradoni (1994, 1996, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2005, 2008). Indovinare le annate non è stato per nulla facile, soprattutto, perché ogni vendemmia esprime davvero un vino che nel corso del tempo assume caratteri imprevedibili ed evolve in modo diverso. Vi sono pochissimi punti fermi sui quali fare affidamento per individuare anche solamente un arco temporale definito. La conclusione unanime del panel di degustatori, comunque, è stata quella di premiare con il maggiore punteggio l’annata 1999. Davvero eccezionale.
Il terroir di origine marina composto da marne calcaree e argilla sedimentaria, l’esposizione del vigneto a Sud, la sua sapiente conduzione, il lungo affinamento in barrique (18 mesi) e in bottiglia (18 mesi) donano a questo vino una personalità ben riconoscibile. Emersa bene anche durante la degustazione di 10 annate così diverse e lontane nel tempo. Prevalgono quindi le note terrose, balsamiche, i frutti di bosco, la confettura e le spezie, la liquirizia. Ma anche una bella sapidità in bocca, con il contrappunto di un’acidità dolce.
Peccato che le poco più che 10 mila bottiglie prodotte annualmente vadano letteralmente a ruba. Aspettiamo quindi impazienti l’uscita, la prossima primavera, del Gradoni 2015.