La tristezza per la devastazione della sua terra – migliaia di ettari di boschi distrutti, a terra oltre un milione di metri cubi di legname – ha toccato anche questo chef che da anni guida quello che si può definire il simbolo della storia, della cultura e dei valori della tradizione e dell’ospitalità del Friuli Venezia Giulia. Ma proprio il legame forte e struggente al suo territorio, ha fatto sì che Stefano Basello si attivasse immediatamente per conservare, e in un certo senso far rivivere, la bellezza di questi luoghi e l’essenza degli alberi sterminati dalla furia della pioggia e del vento.
Con l’aiuto del papà e della sua brigata – e il permesso del Sindaco di Sappada e delle Guardie Forestali -, si è messo al lavoro per recuperare la corteccia degli abeti bianchi e rossi ed estrarne le parti commestibili per ricavarne una sorta di farina da utilizzare per ottenere del pane non solo buono e croccante, ma in grado di far tornare a vivere un territorio e la sua natura.
Per questo pane, caratterizzato da un profumo buonissimo e particolarissimo, viene utilizzato anche lievito madre, con l’aggiunta del 20% di farine di abeti bianchi o rossi, o licheni. Così il paniere de “Il Fogolar” da qualche tempo si è arricchito di questa ulteriore ed originale proposta e costituisce un motivo in più per visitare questa spettacolare regione e rendere omaggio alla sua natura.
Un pane per far vivere i boschi che non ci sono più
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