La cantina La Cura di Massa Marittima (GR) presenta il suo ultimo progetto. Si tratta del Vedetta, una bottiglia capovolta posta in un’elegante cassetta di legno. Un piccolo e rivoluzionario accorgimento che permette al vino di esser conservato in posizione corretta, anche in verticale. “Capita troppo spesso – spiega il proprietario dell’azienda Enrico Corsi – che ristoranti ed enoteche, per ragioni commerciali, tendano a lasciare le bottiglie in piedi, in bella mostra, per mettere in risalto l’etichetta. Ma se il tappo non rimane bagnato, come quando il vino è in posizione orizzontale, rischia di seccarsi. Il sughero asciutto si restringe, non aderisce bene al collo della bottiglia e lascia passare troppa aria dall’esterno, aumentando il rischio che il vino si ossidi. Un produttore può curare ogni minimo dettaglio nei passaggi tra vigna e cantina, tra botte e bottiglia, ma se poi il vino non viene conservato in maniera corretta tutto il lavoro sarà stato inutile”. E quanto delicato sia l’equilibrio delle condizioni per far resistere un gran vino nel tempo, lo spiega in maniera scientifica ma chiara Alessandra Biondi Bartolini, agronomo e consulente in ricerca e sviluppo. “L’ossigeno partecipa a tutta la vita del vino, nel bene e nel male. Louis Pasteur, che tra i tanti altri meriti è stato il primo a portare la scienza nella tecnica enologica, diceva che ‘è l’ossigeno che fa il vino ed è l’ossigeno che lo distrugge’. In ogni fase della vinificazione e della conservazione ci sono rischi e benefici legati al contatto dell’ossigeno con il vino che i produttori devono gestire. L’evoluzione che avviene grazie all’ossigeno e che nei vini rossi strutturati è fondamentale, prosegue anche nell’ambiente confinato della bottiglia, pertanto la scelta del tappo e le modalità di conservazione sono importanti per gestire le fasi finali del matrimonio tra vino e ossigeno”. Il Vedetta viene prodotto solo nelle migliori annate con una speciale selezione di cabernet sauvignon, proveniente da un piccolo podere chiamato “Monte di Muro”. È stata la prima etichetta della Cantina La Cura adattata alle esigenze di ciechi e ipovedenti, grazie alla collaborazione con l’Uici sezione Grosseto. La bottiglia è più pesante rispetto a quelle tradizionali, per esser meglio maneggiata da chi non possiede il senso della vista, presenta un’etichetta in braille e un QRcode interattivo, a cui è collegata una spiegazione vocale del vino, attivabile tramite smartphone. Oggi, l’etichetta con caratteri in braille, è estesa a tutta la gamma dei vini prodotti. Il Vedetta Reverse si presenta in elegante cofanetto di legno protetta da plexiglas, con etichetta alla rovescia rispetto alle bottiglie tradizionali, per poter esser letta conservando – verticalmente – la bottiglia capovolta. C.Z. www.cantinalacura.it
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